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48 grazia deledda


A un tratto, vinta dalla curiosità, ma senza dimostrarlo, ella s’allontanò e si diresse verso la casa di Pottoi.

Davanti al cortiletto stazionava un gruppo di donnicciuole che commentavano il fatto. Nella cucina la giovane donna non finiva di raccontare la sua avventura, mostrando a tutti la bambina che succhiava tranquillamente il latte dallo mammelle gonfie e livide di una cugina di Sebiu. Il guardiano era assente, e ciò che sopratutto preoccupava Pottoi era il dubbio che egli avesse ad accoglier di malanimo la piccola e misteriosa ospite.

La medichessa si curvò a guardar la bambina: Pottoi e le sue parenti l’avevano già infagottata all’uso del villaggio, cioè con fasce colorate, le manine in dentro; la testina spariva entro una cuffietta di broccato con frange dorate, la misteriosa creaturina sembrava così una piccola mummia; il suo visetto, dal lineamenti già marcati, era pallido, d’un pallore malaticcio. Sembrava una vecchietta. E causa di meraviglia per tutti quelli che la guardavano, era la sua strana rassomiglianza con Pottoi.

Qualche donnicciuola, per far stizzire la giovine donna, diceva:

— Mi pare che questa creaturina non venga poi tanto di lontano. Che tu l’abbia fatta od insaputa di tuo marito, di’, Pottoi?

Allora la giovine donna riprendeva a raccontare per la millesima volta la sua avventura.