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190 | grazia deledda |
sono maliziosi come quelli d’un giovinetto. Sei vecchio, ma sembri giovane. Sei vedovo: hai avuto molti figli: hai un segreto.
— Oh bella! Indovina, sì, indovina qualche cosa; ma non tutto! — pensò ziu Tòmas. E la donna indovinò il suo pensiero:
— Indovino qualche cosa? Potrei indovinar tutto, ma tu vuoi che io faccia presto. Per sapere, per indovinare, ho bisogno di lottare contro gli Angeli verdi che mi circondano e mi nascondono il libro della verità. Dimmi che cosa vuoi.
— Voglio una medicina, — disse ziu Tòmas, chinando tristemente il capo. — Voglio una medicina per una persona che da parecchi anni soffre orribilmente. Ho consultato per lei tutti i medici della Sardegna. Nessuno ha potuto guarirla. Ho consultato tutte le persone sapienti, tutti i sacerdoti, tutti i maghi e le fattucchiere dei nostri paesi. Nulla! Ora sono venuto da te. Ajutami, in nome di Nostro Signore, morto in quest’ ora sulla croce! Ajutami, donna, farai un’opera meritoria. Non vengo a domandarti quello che ti domandano gli altri: non voglio dar filtri alle donne, non voglio far morire lentamente il mio nemico, non voglio ritrovare un tesoro o vincere una lite facendo la magia ai giudici. Voglio soltanto che una persona a me cara, la più buona e la più bella della terra, finisca di soffrire! Ajutami. Sono ricco, ti darò quello che mi domanderai.
Parlando, egli s’era animato. Il suo viso roseo, sulle cui guancie i due riccioli argentei segnavano