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il ciclamino 183


Il vecchio se ne andò. E lunghe ore passarono. Il fuoco si spense nel focolare: un uomo vestito di velluto venne a sedersi sulla cassa-panca, e stette a lungo immobile, senza piangere, senza parlare.

Poi arrivò il servo dalla barba rossiccia, e cominciò a raccontare sotto voce la storia del ladro e del ciclamino.

— Mentre io portavo il fiore al vecchio il ladro ha trovato modo di slegarsi e fuggire. Invano l’ho cercato: ho corso tutta la notte. Ora il vecchio dice che la colpa è mia, e che lei, padrone, mi manderà via.

L’uomo vestito di velluto non capiva bene la storia del ciclamino.

— Un ricamo? Una pianeta? Per chi?

Il servo da pallido diventò rosso. Abbassò ancor più la voce:

— Dicono... La pianeta per la prima messa di prete Paulu...

Un fugace rossore colori il viso scialbo del padrone. Egli guardò la pianticella, poi disse al servo, con voce aspra:

— Ritorna all’ovile.

L’altro uscì, mormorando:

— Il Signore le conceda ogni bene...

Ma l’uomo vestito di velluto parve non udire l’augurio. Appena fu solo afferrò la pianticella, e strinse i denti con rabbia. E il ciclamino vide arrivata la sua ultima ora. Ma l’uomo vestito di velluto aprì la mano, guardò le foglie piegate, il