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cattive compagnie 173


— Ah, no! Non voglio umiliarmi! Piuttosto riparto subito: il viaggio è pagato. E voi, voi state attento al vostro famoso amico!

Ma il vecchio sorrise, e ripetè che nessuno, neanche il diavolo in persona, poteva «imbrogliarlo». Intanto Elia riuscì a farsi prestare cento lire da lui! E con queste cento lire egli e Pasqua andarono a Napoli e Pompei. L'amico non si lasciò più vedere e Pasqua ne fu contenta.

E un giorno il vescovo, che era tutto felice per il ritorno dei suoi cari nipoti, ricevette da Pompei una lettera raccomandata, con dentro i biglietti che i suoi cari nipoti avevano offerto alla Madonna. I biglietti erano falsi!

Il buon vescovo fu colto da un deliquio, tanto la cosa gli parve abbominevole.

Appena rinvenne chiamò Elia e gli domandò qualche spiegazione. Elia impallidì, si confuse, si contraddisse. Fra le altre cose raccontò di aver prestato la somma all'amico negoziante; l'amico negoziante gli doveva aver restituito i biglietti falsi.

Allora il vescovo chiamò Pasqua e le domandò notizie di questo amico negoziante, del quale i due sposi evitavano di parlare. Ella arrossi, si confuse, disse che l'amico era un riccone disinteressato e