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Il cipresso 251

con calma, con giudizio, anche se la domanda è ottima, per salvare le forme.

Vedo infatti andar via la vecchia, e quando scendo mi avvedo che tutti sono un po’ scuri in viso, come disillusi: io non parlo, aspetto, fiutando l’aria ove mi sembra che la vecchia abbia lasciato un odore di tristezza.

Finalmente, alla sera, quando si è tutti riuniti intorno alla tavola come per un consiglio di famiglia, conosco il segreto. La vecchia è venuta per chiedere che sia tagliato il cipresso.

*

Si discute. Chi dà ragione ai vicini, anche per antipatia al cipresso, chi si oppone perchè quello dei vicini pare un atto improvviso d’inutile prepotenza. Essi è vero, sono forti della legge che anche alle piante impone una doverosa distanza dalla proprietà del vicino; ma perchè si sono ricordati adesso della legge?

Lo so io, il perchè: e vado fuori a salutare il mio amico, la cui sorte e la mia sono davvero adesso unite da un invisibile filo. L’albero però sembra stranamente rallegrarsi della notizia: nella notte ancora fredda ma già solcata da un puro odore di giunchiglie, l’aureola perlata che lo circonda