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236 il flauto nel bosco

E dapprima la donna rise, d’un riso che le riempì gli occhi di lagrime, anche perchè dietro di lei la serva rifaceva il verso dell’uomo: «non ho tempo!» poi rabbrividì: il carrettiere aveva tratto il coltello; e in quella lotta che non aveva più forma, ella vedeva solo il movimento delle passioni umane e bestiali, spinte fino alla morte: e l’inferno quale lo sogna l’uomo nei suoi deliri di espiazione e di sete di giustizia.

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— Scaricate pure lì — disse all’uomo.

L’uomo si fermò, esaurito. Aprì quasi inconsciamente i lati del carro, che la signora aveva creduto di legno ed erano di ferro; poi andò giù in cantina, prese una cesta e un po’ per volta portò giù il carbone sulle sue spalle.

Quando finì era mezzogiorno. Egli non domandò nulla, ma la signora gli diede trenta lire e un bicchiere di vino.

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E finalmente anche lei, che sentiva più che l’uomo la stanchezza di lui, pensò di riposarsi: ma al suo posto favorito, che era una vecchia cassa rovesciata nel sot-