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Discesa dalle nuvole 215

*

Poche volte in vita mia mi sono veduta così confusa.

Fortunatamente a salvarmi arriva la donna, col velo in testa e la corona in mano come una vera santa.

Con un colpo d’occhio indovina tutto ed ha un sorriso ambiguo, di pietà e di beffe. È una donna rispettosa, che forse mi ama, forse mi odia; il tipo della schiava ancora non del tutto emancipata.

Nell’accorgersi che io sto per darle la colpa di tutto, mi dice con calma:

— Sono io che dovrei arrabbiarmi. Bella figura mi fa fare, oggi, bella figura!

— Anche!

— Ma quando vossignoria ha mai veduto arrivare a tavola un cappone con le zampe? Avrà veduto il fagiano con le sue penne, il zampone con le sue unghie, ma il cappone con le zampe mai. È la verità?

È la verità, ed io non la posso discutere.

— Le zampe vanno stroncate, abbrustolite, pulite e messe dopo; e il loro troncone va ficcato nel corpo vuoto del cappone. Ha capito, vossignoria?