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ma bensì in una risposta favorevole che mi renderà felice per tutta la vita.

Tralascio di scrivere salutandola di vero cuore suo ammiratore carabiniere

N. N.

*

Ebbene, queste due lettere mi inducono nella tentazione di contrapporre ad esse una terza.

Signorina,

L’ultima volta ch’io ebbi l’onore di vedervi fu segnata nel mio taccuino come giorno fasto e nefasto allo stesso tempo: fasto perchè in un ambiente mistico e poco adatto per trovarmi io solo, fui punito dal desiderio intenso di vedervi davvicino, con una risatina molto graziosamente condivisa dalla vostra gentile e gaia compagna, e perchè con quella risatina ebbi finalmente la gran ventura di essere giudicato da Voi, sebbene in modo poco benevolo per me; nefasto perchè da quel dì, e sono trascorsi già nove giorni, vi cercai vanamente.

L’esservi poco gradita la mia figura, nè corretta, nè elegante, è cosa naturalissima e logica e la risatina vostra ne scaturisce