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con un gesto quasi di voluttà, versando il vino nel bicchiere; e il bicchiere non lo pienava mai più che a metà e lo accostava alle labbra con religione come fa il prete nella messa.

Nessuno badava a lui, tranne il nuovo avventore, ma anche questo cessò di fissarlo a un colpo che l’amico gli diede col ginocchio sul ginocchio dicendogli sottovoce:

— E bevi, Marcantonio! Così finirai col farlo andar via. E bevi.

*

L’altro beve, in silenzio: ma il vino gli gorgoglia in gola come quando si ha il singhiozzo. Uno, due, tre bicchieri: ricominciano i cenni misteriosi verso la padrona e l’anfora viene riempita. Quante volte viene riempita l’anfora e quante i bicchieri? I bicchieri che due veri amici bevono in compagnia, pagandoseli a vicenda, non è discrezione contarli: si deve badare solo all’effetto; e l’effetto è ottimo: la felicità siede terza al tavolino dei nostri amici e le fanno corona le migliori qualità che avvicinano l’uomo alla perfezione.