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Il tesoro | 153 |
Del resto egli era un uomo che faceva sempre le cose sul serio, tenace, freddo, puntiglioso e pieno di dignità, come un po’ lo erano tutti in quell’arido paesetto di pianura. Il padre di don Vissenti, diceva la tradizione, non aveva mai una sola volta scherzato in vita sua, tanto che quando morì e andò all’inferno e il diavolo cominciò a rivoltarlo col suo tridente, disse, offeso e dignitoso:
— Oh, piano, piano con gli scherzi.
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Il moribondo però aveva ben conosciuto questo suo antico padrone e conosceva bene don Vissenti; e non si commoveva. Sapeva che qualche cosa don Vissenti voleva, altrimenti non si sarebbe degnato di venir ad assistere un mendicante; e a sua volta, istintivamente, anche perchè ne aveva assoluto bisogno, profittava delle buone disposizioni dell’altro.
A dir la verità, in breve ne sentì tale giovamento che cominciò a riprendere coscienza e a turbarsi.
Egli giaceva completamente vestito di stracci, sopra un sacco di paglia, e tanto questo quanto il suo corpo puzzavano peggio che s’egli fosse morto da otto giorni.