Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
Il cane impiccato.
La bambina uscì a giocare nell’orto. Era un grande orto senza alberi, coltivato solo a cavoli e carciofi; ella non ne conosceva i confini perchè era paurosa; ed era paurosa perchè aveva già una fantasia straordinaria e s’immaginava le cose in modo grave e misterioso; o forse più che la fantasia lavorava in lei l’istinto, acuito dall’abbandono in cui ella veniva lasciata.
Così aveva paura di andare in fondo all’orto, sebbene nessuno glielo proibisse; ma mentre giocava nel breve spiazzo arenoso davanti alla casa, fra una vecchia panchina e un fico basso, solo albero dell’orto, ogni tanto si volgeva ad ascoltare, a guardare laggiù, con gli occhi di cristallo dorato ove le cose intorno apparivano luminosamente come s’ella le avesse dentro di sè.
L’orto pareva terminasse all’orizzonte, con una linea di muro a secco, di là dalla quale, ma a distanza, perchè proprio sotto