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Domani.
Abitavamo, quest’autunno scorso, in una casa di ricchi contadini, fra la landa e il bel mare di Romagna.
Fuori, la casa aveva pretese di villa, con scalinata davanti alla porta, loggia e veranda, viale di carpini che andava dritto al cancello vigilato da due pioppi sempre ridenti, come bambini, di tutte le cose che vedevano: ma dentro conservava il suo antico stato, nella semplicità complicata di cattivo gusto dei mobili, dei quadri, delle tende, e persino degli usci e della balaustrata della scala.
La padrona, che abitava il piano terreno, le rassomigliava: vestiva da signora e lavorava col contadino: coi capelli troppo neri e i denti troppo bianchi per essere autentici, e gli occhi — su questi non si poteva malignare, — nerissimi, grandi e freschi, sembrava giovane e intelligente.
— Intelligente sì, ma giovane poi no, — disse un giorno, sorridendo in modo
Deledda. Il flauto nel bosco. | 9 |