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122 | il flauto nel bosco |
vedevano meglio in quella penombra dove la nebbia sembrava più chiara e dava quasi luce. Così si accorse di non esser più solo, come credeva. Coppie di amanti passavano dove l’ombra era più fitta; quasi tutti però questionavano. Egli non li invidiava; ma avrebbe preferito non incontrarli.
*
D’un tratto la strada si restringeva e svoltava, in salita e poi in discesa; un semicerchio sempre più stretto e più buio, chiuso da alti muri di giardini: pareva un androne, ma egli poteva percorrerlo anche ad occhi chiusi perchè era la strada che faceva quasi ogni sera per andare in una piccola trattoria dove si mangiava bene. La trattoria era giù dopo la svolta; se ne vedranno bene i lumi, come della taverna nel bosco. Cammina cammina, la strada diventa davvero simile a un sentiero di bosco, fra i due muri di sopra dei quali grandi alberi coperti di nebbia stendono una volta opaca senza stelle; si sente odore di musco, di muffa e di viole; ma i lumi non si vedono, tutto è solitudine e tenebre; e lontano un rumore imita bene quello della foresta.
Allora egli ricorda che le trattorie sono chiuse; è la notte del ventiquattro dicembre.