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116 il flauto nel bosco

scrivono o vanno e vengono tutti affaccendati per il bene della patria. Che farà, lui? Ella trema, nel volgere silenziosa la maniglia dell’uscio sacro vigilato da un usciere coi galloni d’oro. Ma anche il «gabinetto» grande e decorato come un salone è vuoto: ella si guarda attorno, e sente nella stanza attigua un ronfare profondo, sonoro. Guarda dall’uscio: l’uomo è là, grasso, pallido, addormentato su un sedile come un vecchio operaio sulle panchine pubbliche: la bocca aperta lascia vedere i denti d’oro: d’oro, ma non più denti.


Dopo questa visita, sebbene altre ed altre ce ne fossero nel suo programma, ella decise di tornarsene al villaggio. Il villaggio era tutto come in festa: i bambini e le bambine delle scuole marciavano in fila lungo le strade soleggiate, i marinai e i pescatori, insolitamente calzati, venivano su dal porto.

Anche la sua casa, che qualcuno s’era permesso di aprire, rigurgitava di gente: e il corpo di lei, sempre disteso sul lettuccio, era coperto di fiori, con un crocifisso in mano.

Allora intese la verità: l’avevano creduta morta. E il suo primo desiderio fu di lasciar le cose come stavano, ma poi pensò che è meglio vivere e sognare che esser