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il padrone 93


avvicinavano era diventato crudele e prepotente. Il Comune l’aveva quindi licenziato ed egli aveva intentato lite al Comune. Era stato condannato nelle spese. Fino a qualche mese prima lo si era veduto girare ancora per il paesetto, con la sua aria sdegnosa di uomo superiore; non frequentava nessuno; non guardava nessuno; ma tutti lo rispettavano ancora perchè lo temevano; poi era scomparso e si credeva avesse trovato posto in qualche altro Comune; ecco invece ricompariva col ritornare dell’inverno e rientrava nella casa della sua vittima per rubarle il pane sfrontatamente come le aveva rubato l’onore e la pace. I passi di lui non s’udivano più nello spiazzo, e le donne e i clienti dentro la casetta non s’erano ancora riavuti dalla sorpresa. L’infornatrice, con la pala dentro il forno lasciava bruciare il pane, rivolta a guardare la padrona; e la padrona fissava coi grandi occhi glauchi spalancati nel viso infantile la porta socchiusa, come incerta se credere o no ancora alla tragica apparizione: d’un balzo però si slanciò nell’ingresso, chiuse con la spranga la porta, vi si appoggiò con le spalle, come per far forza contro un