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92 | il padrone |
frangia sollevata dal vento intorno al viso pallido feroce d’affamato. Richiuse la porta col piede e andò dritto al cestino a prendere un pane, senza curvarsi, senza guardare gli uomini riuniti nell’ingresso, senza salutare le donne. Il suo viso scarno, sdegnoso, al quale gli occhi verdognoli obliqui e il labbro inferiore sporgente davano un’aria di scherno selvaggio, parve per un attimo arrossato dal riflesso del fuoco. Mise il pane sotto il lembo dello scialle e disse andandosene:
— Maria Franchì, per oggi mi fai credito: pagherà il Comune!
La donna non rispose: s’era alzata di botto, appena l’aveva veduto, e rimaneva lì, bianca, con la bocca e gli occhi aperti dallo spavento. Anche gli uomini, nell’ingresso, non fiatavano, turbati come se l’avvenimento strano li riguardasse personalmente. Perchè il maestro era stato padrone e poi amante di Maria Franchisca. La teneva in casa da bambina: l’aveva sedotta, poi in ultimo cacciata via a bastonate minacciandola di morte perchè a causa di lei non poteva più fare un buon matrimonio, — egli diceva; — e nella scuola, a un tratto, e con tutti quelli che lo