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78 | la martora |
ridiventati una crosta di terra feconda, fiorivano di erbe selvagge, di fieno, di avena, di gramigne, quasi per dare a Minnai l’illusione della brughiera e premiarlo del suo coraggio.
Ma appena fu su, si accorse di due brutte cose: la sua mano sanguinava e un muro con un finestrino rasente al tetto a destra chiudeva l’orizzonte. Del sangue non gl’importava molto: lo avrebbe dato tutto per un soldo, se col soldo avesse potuto comprare un nido con tre uccellini dentro: eppoi il sangue si può anche succhiare e inghiottire e così torna dentro e nulla è perduto; l’importante è di arrampicarsi sul finestrino e salire sopra il tetto più alto.
Così, piano, piano, fa qualche passo: ha paura di sfondare i tetti, tanto gli sembra di essere grande e pesante; così devono camminare i ladri, alla notte, quando fanno quello che loro pare e piace. Bella cosa essere ladri; vivere sui tetti, entrare nelle case ove la gente dorme, prendere la roba altrui come fosse nostra: forse non c’è cosa più bella al mondo. Forse è più bello ancora vivere sui tetti che alla vigna o all’ovile; solo che non c’è modo