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76 | la martora |
vide che un lembo dell’orticello solitario col muro divisorio dell’orto di donna Antonina la monaca di casa. Anche lui era chiuso lì, dunque, come la misteriosa vicina che nessuno conosceva perchè da trent’anni prigioniera di sè stessa. Ma lui non voleva farsi monaco, no, no, e neppure prete come suo nonno voleva: piuttosto morire. S’accucciò davanti alla porta, guardando la linea di luce della fessura bianca come un cero, e si mise a piangere trastullandosi coi capi della sua cordicella. Ecco, sì, egli lo sapeva cosa è l’essere orfani di padre e di madre, senza beni di fortuna, costretti ad andare a scuola per diventare prete od usciere; costretti a rinunziare a tutto, anche a rimanere scalzi, anche a rimanere nudi.
— Ma niente! Io non voglio far niente e niente e niente.
Balzò di nuovo. La camicia però bisognò metterla, e anche il corpetto e anche il grembiale. Faceva quasi freddo, là dentro, sebbene fuori i gridi delle rondini vibrassero nel silenzio come nelle sere di estate: e la zuppa di latte freddo non fece che aumentare la tristezza del piccolo cuore. Bisognò anche se-