Pagina:Deledda - Il fanciullo nascosto, Milano, Treves, 1920.djvu/56

50 la parte del bottino

gia, confuso col suo desiderio d’attesa col desiderio d’attesa di tutta la valle.

Cadeva la notte; qualche ansito di vento saliva e scendeva su e giù per il bosco, poi tutto taceva aspettando. Vaghi bagliori, che non erano ancora lampi, davano all’orizzonte oscuro come un riflesso di specchio mosso in lontananza: e don Peu pensava al mare laggiù, dalla parte opposta alla valle, e gli pareva che il cielo lo riflettesse. Anche il mare doveva essere in burrasca: tutto era in disordine e in burrasca, quell’anno, forse a causa della cometa e di terremoti lontani, come dicevano i vecchi giornali che egli aveva trovato nel forno del molino e rileggeva nella sua solitudine. Anche nella sua vita, quell’anno, tutto era stato siccità, carestia, burrasca: più che negli altri anni. Egli però aspettava che tornasse il sereno, dormicchiando giorno e notte sul tronco di castagno davanti al molino.

Gli pareva di vedere le donne coi cappucci rossi salire dal villaggio sedute a cavalcioni fra i sacchi di grano sui cavallucci così mansueti che parevano di legno; qualcuna smontava lì davanti, e mentre lui l’aiu-