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sotto l’ala di dio 41

nato da buoi e coperto da una rozza tenda di sacchi.

La donna era ancora lontana, e si distingueva appena la sua figura nera con qualche scintillìo al petto e alla cintura; ma Gian Gavino la riconobbe subito al battito del suo cuore. Era proprio lei, Barbara Sau, la padrona di tutte le terre intorno e della chiesetta ch’ella aveva riedificato a sue spese sulle rovine di un’altra, le rovine fra le quali appunto Gian Gavino aveva ritrovato il tesoro.

Eccola che s’avvicina; è sempre lei, quale Gian Gavino l’ha conosciuta da ragazzo e poi da giovane quando andava a pagarle il fitto del semenerio, e poi da servo in casa di lei, dopo la morte di Battista Sau il marito: sempre agile, bella, alta, col viso roseo lucido entro la cornice nera della benda, gli occhi neri sfavillanti. Camminava rapida dondolando un po’ il busto che pareva volesse staccarsi dai fianchi fermi e dalla vita sottile stretta da una cintura di lustrini neri; e in breve si lasciò di molto indietro il carro e fu davanti a Gian Gavino per avvertirlo di che si trattava.