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32 il tesoro


le quali si nutriva. Sì, tutti erano ricevuti da don Gavino Alivesu: ma come facevano ad arrivare fino a lui?

— Ohooo! Gente?

Allora fu mandata giù per la botola una scala a piuoli ed egli vi si arrampicò traballando, col suo carico sulle spalle. Invece dell'eremita con la barba bianca vide, appena messa fuori la testa dalla botola, un uomo giovine ancora, grasso, con la barba nera intorno al viso bruno e ardente, che scriveva seduto a un tavolo accanto alla finestra aperta dalla quale si vedeva la landa fino al luogo dove Gian Gavino seminava il suo grano. Il mare sembrava lì vicino, fra un libro e l'altro sopra la tavola.

Ma quello che più meravigliò Gian Gavino fu di vedere una donna alta e forte, una gigantessa pallida, che rifaceva il letto e a un cenno del padrone di casa scese giù per la botola raccogliendosi le gonne intorno alle gambe. Era una straniera che Gian Gavino qualche volta aveva veduto a cavallo, sola, nello stradone; che andasse a fare egli non sapeva perchè non s'era mai curato dei fatti altrui: ad ogni modo forse don Gavino Ali-