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le prime pietre 313

ciando da questi parenti straccioni che non lo volevano vivo ma certo speravano in lui morto; e alzò la frusta per spingere il cavallino e andarsene....

Oh, ma ecco la signora cognata che finalmente si degna di apparire nel vano scuro della porta, alta, vestita di nero, con le treccie gialle intorno al viso bianco, rigida come la figura di un quadro: non le manca che la corona per sembrare la figlia di Carlo Magno.

— Ah, — disse con dolcezza lenta, — adesso Stellino viene. Eccolo.

Nascosto dietro di lei apparve Stellino: tale e quale lei, bianco, biondo, altino, vestito bene, con le scarpine gialline, le calze gialline, le ginocchia lucide sotto i bianchi calzoncini tirati su dalle bretelle bianche. All’ombra della pagliettina nuova col nastro di lutto gli occhi erano quelli dello zio, occhi di gatto, ma di gattino allegro pronto alla caccia di tutte le cose, anche d’un soffio d’aria. E se prima stava nascosto, non per la vergogna ma per il piacere, adesso d’un salto fu giù nell’aia e con un altro salto sulla ruota del carrozzino. Vi stette un bel po’, con la sola punta d’un piede, le braccia