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304 | un uomo e una donna |
a cui s’era affacciato, le, tenebre davanti a lui diventassero più folte.
Invece qualche altra finestra e qualche porta illuminata rischiaravano a tratti la via, giù fin dove si slargava la piazza; tanto che arrivato in fondo distinse chiaramente la casa di Onofria Dau. Era lì, davanti a lui, sullo sfondo delle colline, grigiastra, con la collana dei pomi dorati del suo balcone; era lì, chiusa, silenziosa e ferma come la realtà.
Ed egli si sentì battere con angoscia il cuore. Gli pareva come fosse arrivato alla sorgente di un fiume, contro corrente; e stava fermo e forte anche lui, deciso a vincere, ma la corrente gli si sbatteva contro con furore, e in fondo il cuore gli tremava di paura.
Poi attraversò la piazza e picchiò alla porta di Onofria Dau, sotto l’insegna. Dai discorsi dei viandanti sapeva che la donna, per far meglio il comodo suo, non aveva neppure la serva: fu dunque certo d’intraveder lei nella figura scura che si affacciò al balcone domandandogli chi era e cosa voleva.
— Sono Ghisparru Loddo, il figlio del cantoniere di Santa Marga: aprite, ho bisogno di