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302 | un uomo e una donna |
be toccato un soldo; tutte le monete di nuovo nella pentola, al ritorno, fra tre ore: se invece tutto andava bene, appena arrivato al punto ignoto verso il quale era diretto, avrebbe scritto a sua madre, chiedendole scusa e inviandole i primi denari che guadagnava.
In fondo però aveva piena coscienza di quello che voleva fare, e conosceva la ragione che lo spingeva: sapeva benissimo che era un poltrone e che suo padre non sperava nulla da lui: ma tentava di giustificarsi davanti a sè stesso.
— Sei poltrone e appunto per questo devi cambiar vita; andare dove c’è lavoro adatto per te, Ghisparru Loddo. Cammina.
Camminava, camminava: non c’era da sbagliare strada: un passo dietro l’altro verso la meta, come nella vita un passo dietro l’altro verso la morte; e a misura che avanzava distingueva sempre più netta, d’un nero cupo sul nero liquido dell’orizzonte, la linea delle colline rocciose sopra il paese, e credeva di scorgere persino, in fondo allo stradone, la casa della donna col balcone di ferro in giro.
Ma a misura che s’avvicinava sentiva qual-