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un uomo e una donna 297

catore; e nell’angolo opposto della stanzaccia questi vide, steso su una stuoia di giunchi biancheggiante nell’ombra, vestito con dei vecchi pantaloni turchini e con un berretto a visiera, il figlio di comare Marga e del cantoniere.

Dormiva, il figlio di comare Marga, sebbene fosse appena calata la sera, come del resto dormiva sempre, anche di giorno, quando non era costretto ad aiutare suo padre: dormiva, ma era un ragazzo che neppure nel sonno si lasciava offendere nè permetteva si offendesse il più lontano dei suoi parenti.

I due uomini, quindi, finirono la partita continuando a parlare fra di loro, senza più rivolgere maligne allusioni a comare Marga: d’altronde anche lei sonnecchiava e si scosse solo per ricevere i denari che, usciti gli avventori, mise in una pentola sopra la cappa alta del camino.

Allora gli occhi di cristallo nero del figlio brillarono, aprendosi e tosto richiudendosi, giù nell’ombra dell’angolo: ed egli sollevò e subito riabbassò la testa mormorando come in sogno:

— Sarebbe tempo di finire questa storia.