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fiaba 291


sulla testa: e pensava alla gioia del povero quando avrebbe saputo che doveva sposare una donna ricca. Cammina cammina, aveva i piccoli piedi così abituati ai pavimenti lisci che mise molto tempo per arrivare. Eppure il posto era così vicino che si sentivano le serve cantare pulendo la farina nel castello per fare il pane alle guardie.

La capanna era lì, di giunchi verdi ancora; era lì, come un grande cestino dimenticato in mezzo ai roseti selvatici: e i roseti selvatici erano pieni di bocciuoli che cominciavano ad aprirsi, ma piano piano per non lasciar vedere tutta in una volta la loro bellezza.

Il mare era azzurro, e sulla vela dorata ondeggiante della barca il Cristo dipinto pareva si volgesse benedicendo di qua e di là.

Il pescatore era appena tornato e scaricava un cestino pieno di pesci d’argento. Si volse, sulla riva, e i suoi occhi erano così azzurri che facevano impallidire il cielo e il mare là dietro la sua testa. Vedendo la paesana la salutò e la invitò nella sua capanna.

— Ti aspettavo, — le disse.

Lei cominciò a tremare.