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fiaba 289


chi piangere? Questa domanda le teneva le lagrime sospese sulle palpebre come stanno le goccie della rugiada sui fili dei ragni; ma d’un tratto una gliene cadde sul petto e dal petto le balzò sul grembo: intese allora che piangeva su sè stessa perchè aveva pietà di sè stessa, e mille altre lagrime le caddero dagli occhi, sul petto, sul grembo, fino ai piedi.

Allora le parve di ricordarsi di qualcuno che aspettava il suo aiuto; cessò di piangere e ricordò che era lei stessa che aspettava il suo aiuto. Si alzò e decise di sposarsi, di avere dei bambini ai quali mettere il nome dei fratelli morti in guerra: dei bambini che diventati grandi andrebbero anch’essi a morire in guerra. Lo sposo però questa volta lo voleva povero, in modo che il tesoro di lei gli sembrasse più grande di quello del Re di Spagna; e voleva conoscerlo bene, prima, questo sposo, e non fare come l’altra volta col principe che non s’erano mai veduti.

Chiamò il Capo delle Guardie.

— Voglio sposarmi; sono stanca di passare le sere solitaria, adesso che si potrà