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282 la fattura


— Scendi, Ausilia, scendi, per amor di Dio. E va a portare questo.

Erano continui regali che mandava ai disgraziati vicini: formaggio, olio, legumi, carne.

A sua volta Zecchino brontolava, seduto melanconicamente accanto al fuoco.

— Barbara, moglie, sai cosa devo dirti? Che quella pezzente della nostra vicina potrebbe curare suo marito e chiamare un buon dottore per visitarlo. Che modo è questo di seccare giorno e notte i vicini?

— I dottori buoni vogliono essere pagati, Zecchino mio.

— Ebbene, e i buoni cristiani che cosa stanno a fare nel mondo? E se i dottori vogliono essere pagati, forse denari sonanti non se ne trovano più, nel mondo?

Una sera il grido del malato tremolò così straziante, che pareva il lamento di un’anima in pena murata nelle pareti stesse della casa dei Pons. Per di più anche i bambini piangevano. Zecchino era rientrato dal suo ovile portando a casa due capretti bianchi di grasso. E Ausilia ne arrostiva uno; ma quando la buona cena fu pronta, il padrone disse che forse aveva anche lui un cancro allo