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280 | la fattura |
peva che la ragazza, nonostante il suo divieto, frequentava la casa del vicino.
Ausilia infatti lo guardò fisso, con gli occhi grigi terribili di beffa.
— Ero dal vicino nostro che se ne va all’altro mondo. Ha un male curioso che non si sa cosa sia: pare gli abbiano fatto la fattura.
Egli lasciò cader la briglia e si mise a ridere. Riso di gioia, ma anche d’incredulità: poi si rifece serio perchè gli pareva che la serva si beffasse un po’ troppo di lui.
— Hai sentito, moglie? — disse affacciandosi alla cucina. — Hai sentito la storia?
— Sentita l’ho, Zecchino mio.
Egli entrò e parve volesse dire qualche cosa; poi di nuovo uscì, e solo quando fu in sella si fece stringere lo sprone al piede dalla serva e disse a voce alta:
— Bè, siamo cristiani. Di’ alla tua padrona che mandi qualche cosa a quei marmocchi.
E se ne andò, per i sentieri della valle, fra l’ondulare bianco degli oliveti, sotto la montagna nera fatta più alta dai molli macigni delle nuvole; e pensava che Dio è ben curioso, a volte, dando subito retta a tutte le