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selvaggina | 269 |
erano passati tanti mesi dalla morte del marito era inutile piangere; eppoi non lo aveva già pianto credendolo morto da anni?
L’uomo riprese, con voce grave:
— Rasalia, adesso è tempo di non stare più qui, fra l’erba e le pietre, come una vipera. Sei una donna, adesso: ho guardato nel registro, hai diciannove anni. Bisogna mettere giudizio, oh!
Le battè una mano sulla spalla, per scuoterla dallo sbalordimento in cui sembrava caduta: ella sussultò, e finalmente come un albero scosso dopo la pioggia cominciò a piangere. Non sapeva perchè piangeva; forse per la gioia dei denari.
Egli la lasciò sfogare bene, finchè persino le cocche del fazzoletto di lei furono bagnate di lagrime e le tinsero di verde il mento; poi riprese:
— Bisogna dunque mettere giudizio: bisogna anche vestirti di nero. Più tardi scendiamo giù a casa mia e mia madre ti darà un po’ di roba da vedova: poi ti consiglio di non parlare con nessuno, di quest’affare. È meglio per te. Non viene nessuno in casa tua?
— E chi vuoi che venga? Neppure i ca-