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selvaggina | 263 |
lognola cercando un po’ di refrigerio; non poteva star coricata perchè il sangue le andava tutto alla testa e anche a star seduta così, con le gambe piegate e le mani intorno alle ginocchia, vedeva volteggiare tutto intorno a sè, e le pareva che le figure, sull’orlo del ciglione, ballassero sospese fra cielo e terra. Molta gente passava, e lei, quindi, aveva più occasione di maledire. Ecco persino il servo del parroco, che va alla fontana del monte, sul cavallo carico di brocche: ecco persino la madre di Mattia Senes il sindaco che va, lunga e nera con l’anfora dritta sul capo che pare strisci sul cielo, ad attingere acqua alla fontana della valle; che muoiano di sete tutti, che le loro viscere si trovino al secco come i ciottoli in fondo al pozzo: tutti, ricchi e poveri, vecchi e fanciulli, tutti, tutti quelli che si sono burlati di lei, che l’hanno discacciata come una lebbrosa dalla comunità della gente sana, che hanno suonato le trombe e i coperchi di latta sotto la sua finestruola la notte delle sue nozze. Maledetti tutti.
Malediceva, poi appoggiava la fronte alle ginocchia e piangeva. E in fondo alla sua coscienza discuteva con Dio come s’egli le