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258 lo spirito del male


non era certo il cuore: la gelosia e l’invidia per sua sorella.

Ecco, la vedeva a ricevere l’ospite, il signore bello e ben vestito come è il diavolo nelle sue trasformazioni umane, — secondo la leggenda; — la vedeva a riceverlo nella sua bella stanza col canapè di seta, a offrirgli il vino buono, a chiedergli con la mite dolcezza che aveva sempre formato il maggior fascino di Rosaria, notizie del fratello lontano, della miniera, della vita della miniera. Ed egli la guardava silenzioso, col bicchiere in mano; poi deponeva il bicchiere e le prendeva le mani: — Come mi piaci!

L’alito ardente dell’uomo smuoveva i lievi capelli della donna. Egli le stringeva così forte le mani che gli anelli di lei gli pungevano le dita.

A lei, Valentina, non rimaneva che riprendere a raccontare a sè stessa la felice storia della sorella.

— Rosaria è fortunata; è più fortunata di me. La libertà.... i gioielli.... l’amore.... ha tutto....

Di nuovo un passo la fece scuotere. Sollevò la testa, si rigettò indietro la treccia sfatta,