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250 | lo spirito del male |
forate. Un sorriso ambiguo, fra di scherno e di pietà, le sollevò il labbro carnoso; ma tosto fu spento da un lungo sbadiglio che le diede un brivido. S’alzò e si sciolse la treccia castanea per rifarla più stretta per la notte; e mentre con la testa reclinata da un lato lisciava e torceva con un lieve piacere sensuale delle dita le tre lunghe bande di capelli che parevano di seta, sentì picchiare lievemente alla finestra. I suoi occhi si spalancarono, le dita si fermarono fra i capelli: un attimo, e tante cose le passarono in mente.
Così picchiava suo marito, quando era ancora studente e amoreggiavano di nascosto dei parenti di lei. La camera era al pianterreno, con due finestre una a ponente verso la strada, l’altra a levante verso una specie di aia aperta che confinava con la collina.
Così picchiava suo marito, perchè era facile parlarsi dalla finestra a levante. Ella si rivedeva dritta ansiosa ad aspettarlo: egli le appariva come in sogno; e se la luna sorgeva dalla bassa linea della collina a lei pareva una fiamma d’oro che sgorgasse fra i capelli ricciuti dell’amante.
Allora la finestra era piccola, senza infer-