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lo spirito del male 249


corale lontano sfumato nel silenzio e nella chiarità lunare, che le davano un’irrequietudine nervosa, un desiderio di cose nuove, indefinibili.

— Che vita, Santa Maria mia! Sempre la stessa cosa.

Cominciò a slegarsi la scarpetta spruzzata di mosto. Aveva le calze traforate, e pensava che dopo tutto suo marito era buono; non le lasciava mancar nulla: le faceva venire dai Fratelli Bocconi i vestiti con la cintura di seta e le calze alla moda. Se aveva travasato lei il mosto, quel giorno, è perchè bisogna bene che una buona padrona di casa dia attenzione alla roba che Dio le concede; e il marito anche lui invecchiava lavorando, e aveva le sue buone ragioni per voler tenere alto il decoro della famiglia e non permettere a sua moglie e neppure alla vecchia serva pelata e sdentata di dare il più piccolo motivo alle mormorazioni del prossimo.

Eppure, pensando a tutto questo ella smise di slacciare la scarpetta e tornò ad accavalcare le gambe tenendole un poco scoperte: belle gambe lunghe, dalla caviglia fine: la pelle bianca traspariva attraverso le calze tra-