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248 lo spirito del male


alla finestra, neppure di giorno, e non prendesse parte alle chiacchiere delle donnicciuole della strada. Egli teneva molto al decoro e alla dignità della famiglia, e anche lei ci teneva; non aveva mai protestato, quindi, se il suo unico divago era di andare in chiesa o di fare qualche visita cerimoniosa, accompagnata dal marito; e se in quelle tiepide sere d’ottobre, prima delle nove la vecchia serva che era stata sua balia dormiva già, nello stesso letto coi bambini, uno per parte, e tutto era silenzio in casa.

Anche a lei non restava di meglio che andarsene a letto in santa pace. Quella sera, però, si sentiva tutto d’un tratto scontenta: sbadigliava e guardava fisso il suo piccolo piede tenendosi con le mani intrecciate il ginocchio destro accavallato su quello sinistro. Non che avesse voglia di andare a ballare; era stanca perchè tutto il giorno aveva aiutato la serva, o meglio la serva aveva aiutato lei a travasare del mosto, e ancora ne odorava tutta e si sentiva girare la testa per una vaga ubbriachezza: ma forse era appunto questo stordimento e l’aria dolce della sera e quel chiacchierio di donne desiose, e anche un canto