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234 la casa maledetta


— Che è, Paolo mio? Il peccato mortale, è! Non vedi? Sono le ossa d’un neonato ucciso, sepolto nel nostro sottoscala. È lui che ci tormentava dal limbo. Ma adesso subito io porterò le ossa sue in terra sacra, le seppellirò e il Signore ci ridonerà la pace. E così sia, — disse alzandosi e legandosi i lembi del fazzoletto sotto il mento, pronta ad uscire.

Maestro Antonio la fermò per il braccio.

— Ferma, donna! Bisogna fare il proprio dovere. Bisogna portare le ossa dal pretore!

Ella guardò il marito. Il marito avrebbe preferito non aver seccature, ma non voleva certo parere uomo meno coscienzioso di mastro Antonio.

— Dammi quella cosa, — disse stendendo sullo scalino il suo fazzoletto rosso da naso: e la donna, con obbedienza miracolosa, versò piano piano le ossicina, ridendo d’un tratto come una bambina al ricordo delle parole di mastro Antonio:

— Che belle noci e mandorle!

Il marito guardò attentamente le ossicina; poi raccolse entro il pugno le cocche del fazzoletto, e rivoltandolo, così pieno, e palpandolo, disse: