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224 | la casa maledetta |
basciate della gente che desiderava qualche giornata di lavoro del muratore. Tutti volevano e sospiravano questa preziosa giornata, chi perchè doveva sposarsi e voleva imbiancare la casa, chi perchè aveva dei buchi nel tetto o un muro che minacciava rovina; ma Bonario si rideva di tutti. Carta canta, diceva; ed egli aveva la carta sottoscritta da Maestro Antoni, il quale si obbligava a non abbandonare la fabbrica finchè non fosse finita. E nessuno mai aveva sentito dire che Maestro Antoni avesse mancato alla sua parola: era l’uomo più di coscienza del paese. Un giorno dunque egli credette che Bonario al solito scherzasse quando dopo aver scaricato una grossa pietra di granito sul ponte, disse ammiccando:
— Questa volta bisogna però che andiate, mastru Antoni. Si tratta di una mezza giornata, forse meno, per accomodare alcuni scalini nella casa di mia nipote Anna, che vuole rivendere la casa....
— La casa vuol rivendere? — disse il muratore, curioso suo malgrado. — Se è appena da tre mesi che l’ha comprata?
— È appena da tre mesi che l’ha com-