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220 l’augurio del mietitore

dosi in presenza di stranieri, si dava cura di legare sotto il mento bianco delicato.

Era infine così composta nella sua placida bellezza che il mietitore anziano stette a guardarla senza osare di chiederle subito da bere. Fu l’altro che disse:

— Donna, non potresti darci un bicchiere d’acqua?

Essa allora li invitò ad entrare: si trovarono in una stanza d’ingresso, abbastanza vasta, con gli usci delle altre camere a destra e a sinistra e una porta in fondo dalla quale si vedeva il verde dell’orto: alcune sedie messe bene in fila accanto alle pareti ma che non le toccassero, e tutti gli oggetti in ordine e il fuso che la fanciulla aveva deposto per andare ad aprire, e le tre anfore d’acqua, una più piccola dell’altra, tutte e tre colme, rivelavano nella padrona della casa una donna saggia e previdente.

— Pare d’essere in un’oasi, dopo tanto deserto, — disse il mietitore anziano chinandosi per prendere l’anfora più piccola.

Ma la fanciulla lo fermò per il braccio, e andò a prendere un bicchiere di cristallo che, sebbene nitidissimo, ella si affrettò a