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la potenza malefica | 209 |
se voglio monto a cavallo e vado in un ovile e dico ai pastori: ohè, baracchiamo! E loro ammazzano il più bell’agnello e lo fanno arrostire, e si mangia, si beve, si ride fino all’alba.
Parlava sul serio; s’inteneriva di nuovo, chiuso nella sua illusione di felicità; ma la donna lo richiamava alla realtà con le sue parole pungenti.
— Questo vi accadrà quando vi ubbriacate: allora tutto è facile, e anche i mendicanti hanno cavalli e ovili....
Una volta egli si alzò, minaccioso, appoggiando le mani indietro al muro.
Gli occhi gli brillarono d’ira. Io ebbi paura; paura che egli desiderasse male alla serva, alla quale volevo molto bene: era in casa nostra da venti anni, e piangeva e ci nascondeva sul suo fianco avvolte nella sua gonna se il castigo materno ci minacciava.
Ed ecco che quell’anno, al principio dell’inverno, lei si ammalò. Era una semplice bronchite; ma io pensavo al terribile «maestro di scarpe» chiuso nella sua stamberga come un mago nella grotta, intento alle sue opere malefiche. Era lui, per la mia fantasia, a