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207 la potenza malefica


che c’era gente abbastanza per ascoltarlo, e parlava d’una cosa straordinaria che formava la sua specialità. La prima ad accorrere per sentire le cose terribili che diceva, ero io: anche le donne s’avvicinavano, con l’ago o la scopa in mano, e ridevano ma con un’ombra di paura superstiziosa negli occhi. Perchè il vecchio «maestro di scarpe» si vantava di avere la potenza di fare del male a chiunque volesse, col solo fortemente desiderarglielo.

— Bisogna però che mi abbia fatto o minacciato del male, intendete bene, tarantole, voi che vorreste fare e se potete fate del male solo per il gusto di farlo. No, per me è, come una corda tesa fra me e il mio nemico; lui vuole soffocare me, io soffoco lui. Tira tira vinco sempre io. Così, crepa, lucifero.

E sollevava le mani e stringeva con forza i pugni; come tirando davvero la corda che soffocava il nemico vinto ai suoi piedi.

— Adesso vi conterò....

Erano storie e storie, una più impressionante dell’altra. Non sempre, anzi quasi mai, egli voleva la morte del suo nemico: no, uccidere tocca solo a Dio; ma le disgrazie più