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204 quello che è stato è stato

re, eterno, monotono. Vi si parlava però di un grande ostacolo: Caterina sollevò il viso, si morsicò il labbro inferiore e parve ascoltare un rumore lontano; poi scosse i fogli come per farne cadere qualche cosa nascosta, e cercò le date. Ne trovò una sola, in fondo alla lettera più lunga: ed era di venti anni prima.

Allora rimise le lettere nella saccoccia sinistra, poi le cambiò in quella destra; e vi tenne dentro la mano che tremava.

Così stette un bel poco, dritta con la schiena sul seggiolino ch’era stato della nonna. Il sangue le batteva dentro, nel corpo vigoroso, come ribollisse al calore del fuoco, poi a poco a poco il sangue riprese il suo corso tranquillo; al collo che s’era fatto gonfio e rosso ritornò il candore e la fermezza del marmo; la mano entro la saccoccia cessò di tremare, riafferrò i fogli, li strinse forte, infine li trasse e li buttò sul fuoco.