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il fanciullo nascosto | 15 |
bene come la cognata, ricominciando a chiamare il ragazzo, avanzandosi di qua e di là per la strada, affacciandosi a tutte le porte è ai muricciuoli degli orti. E pure essendo oramai certa che il figlio era ben nascosto e contento nel famoso nascondiglio, provava angoscia a non ritrovarlo. La coscienza le balzava su, anche a lei, a morsicchiarla a tradimento come un gatto che gioca e poi si stanca di giocare e morde sul serio.
La gente tutta usciva sugli usci: domande fra curiose e ansiose correvano da un capo all’altro delle strade. Le donne chiamavano i loro ragazzi, paurose che anche essi fossero scomparsi. E la piccola madre, seguita dalla grande cognata il cui viso d’ambra s’era un poco sbiadito, afferrava i ragazzi al passaggio e domandava loro:
— Hai veduto il mio Bainzeddu?
Tutti lo conoscevano e lo avevano veduto: uno disse candidamente che forse era caduto nel pozzo, un altro che forse era giù in fondo al ciglione dietro la chiesa, dov’era il nido della civetta.
— Andiamo a cercarlo.