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quello che è stato è stato 201

fondità del suo letto la guardava coi suoi occhi di rondine tutti aperti e neri; pareva si fosse liberata di un peso e stesse lì, nel suo vecchio nido, aspettando l’alba per emigrare....

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Più tardi Caterina stava accanto al camino acceso, nella cucina solitaria. I parenti, un cugino grasso e una cugina grassa, anziani e celibi tutti e due, tutti e due religiosi e scrupolosi, erano rientrati dalla predica dell’ultimo giorno di carnevale, preceduti di qualche minuto dalla serva allegra e idiota, — ma non tanto, — che profittando della loro assenza era invece andata a ballare in una casa vicina.

— Ho veduto passare una cosa lunga vestita di rosso; mi sembrava una maschera, — aveva detto la serva a Caterina, baciandola forte. — Tu non dirai ai padroni che non c’ero; e poi stanotte mi darai questo cappotto rosso per andare al ballo.

Caterina era generosa: non disse nulla ai parenti, ma il suo cappotto rosso non lo ave-