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quello che è stato è stato 195


di marmo, ai capelli folti sulle orecchie nascoste, al berretto di velluto ornato d’una rosellina di cuoio giallo, e sospirò di sollievo: era lì, dunque, Caterina, grande e viva, e riempiva il vuoto spaventoso fra la vita e la morte.

— Sognavo proprio ch’eri arrivata, Nina; ma c’erano dei mascheroni, giù, che ti portavano al ballo. Dunque, adesso possiamo andare: è che volevo consegnarti una cosa....

— Il tesoro, nonna? Il testamento?

Ma la vecchietta s’era fatta triste; le riprese la mano e se la portò al seno; e su quel piccolo petto incavato si sentiva infatti qualche cosa di duro, una busta con dentro delle carte.

— Levati il cappello, Nina, e mettiti a sedere: devo dirti una cosa....

— Lasciatemi così, nonna, si sta bene così. Dite.... dite....

Si tolse il berretto e abbassò ancor più la testa; e sul guanciale i suoi capelli neri si confusero con quelli grigi della nonna, come intorno a loro, nella bassa camera silenziosa, nella casa ove parevano tornate padrone loro due sole, si confondevano le om-