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194 | quello che è stato è stato |
brate la nonna di cappuccetto rosso che ha paura del lupo!
Infatti la nonna continuava a guardarla, grigia e spaurita come un uccello malato, sprofondata nel suo gran letto che aveva odore di piume vecchie, di nido guasto.
— Sono io, nonna. Sono la vostra Caterina: mi avete voluto, eccomi qui. Ma perchè vi siete ammalata, poi? Non dovevate ammalarvi.
Le aveva preso la testa calda fra le mani e pareva le rimproverasse davvero di essersi ammalata, lei sempre così tenace e sana; e la nonna non rispondeva, ma la guardava e le palpava la mano per convincersi ch’era proprio lì la sua grande Caterina, la sua Caterina così grande che con la sua figura riempiva tutto il mondo.
— Sei venuta! — disse finalmente, sottovoce. — Che viaggio, eh? Freddo?
E la sua mano palpava adesso il cappotto rosso di Caterina; ne rivoltò un poco la falda orlata di pelo di volpe, vide ch’era foderato di lana e parve contenta. Poi i suoi occhi risalirono al collo nudo di Caterina, il collo bianco fermo come una colonna