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14 | il fanciullo nascosto |
— e quando la cognata l’assicurò, davanti a tutti, che da tre giorni non vedeva il ragazzo, pensò: «Come sa fingere bene!»
Lei non sapeva fingere così bene; era sicura che Bainzeddu stava dallo zio, tuttavia cominciava a sentire un misterioso tumulto in fondo al cuore.
— Babbo, babbo, — disse attaccandosi al vecchio, — l’avete mandato voi per qualche commissione da Paulu?
Egli alzò sdegnoso e infastidito l’omero per scacciarla come aveva fatto con Antoni Paskale, e movendo appena le labbra le disse una sola parola, ma una sola parola così atroce che la fece arrossire e drizzare sulla schiena.
Nella sua vergogna davanti a tutti ella comprese solo che aveva fatto un’imprudenza bestiale a chiedergli, davanti a tutti, se il ragazzo era stato mandato dallo zio. Nel suo segreto, però, in fondo all’anima, sentì qualche cosa di oscuro, un pentimento che non era solo per l’imprudenza commessa. Certo, nascosto; ma non bisognava dirlo; bisognava saper fingere, ed ella si sforzò a fingere il ragazzo era stato mandato dallo zio e là