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192 quello che è stato è stato

vi padroni; allora per scrupolo si affacciò alla cucina deserta, pensò che certo i suoi cugini in secondo grado, ai quali era stata venduta la casa, erano su nella camera della nonna malata, e con pochi salti, agile non ostante l’intontimento del lungo viaggio, fu su per la ripida scaletta di pietra tutta ad una rampa illuminata da un finestrino tondo in alto: la ripida scaletta che conosceva bene i suoi piedini nudi e le sue manine di bimba, come i graniti del monte lassù davanti al finestrino conoscono le zampette delle cerbiatte.

Arrivata sul pianerottolo freddo e luminoso, eccoti di nuovo, sempre a dispetto della promessa di non commuoversi, un’ombra bianca sul viso e anche un po’ di battito di cuore, — certo a causa della ripida scaletta.

Mentre deponeva la piccola valigia per terra si rivide arrampicata alla parete, coi piedini scalzi penduli in qua e la testa scarmigliata pendula in là fuori del finestrino sopra la valle rocciosa, dentro la quale il monte pareva avesse versato tutte le sue pietre per restarsene libero e verde come un solo cespuglio, sul cielo roseo; ma sollevandosi si accorse