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dramma 189


Un giorno Mattia sedette al tavolo, pallido e stravolto come la prima sera che Ilaria lo aveva baciato.

— Sai che mia suocera muore? Sono i crepacuori che le ho dato io che l’uccidono.

Ilaria non rispose: lo sapeva.

— Fra giorni, forse domani stesso, appena lei sarà morta, io diventerò il capo della famiglia. Bisogna ch’io non venga più qui: bisogna che io ritorni in me, che mi ricordi di essere un uomo, un cristiano. Anche mia moglie è sofferente, ed è buona con me, adesso, sembra un’altra. Ilaria, bisogna essere buoni, nel mondo, altrimenti tutto si sconta.

Lei non rispose: lo sapeva.

— Ilaria, — egli disse piano, curvandosi a guardare da vicino le macchie di vino sul tavolo, — spedirò la domanda di grazia e un deputato parlerà al ministro. Sei contenta?

Ella si piegò livida stringendosi la testa fra le mani sotto il manto come quella volta.

— Ah, Mattia! Miserabile! Adesso lo fai, adesso?

Ma egli era insensibile: pareva dormisse come quel primo giorno ch’era andato da lei ad ubbriacarsi.