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182 dramma

rante i quali per ordine della moglie e della suocera non aveva mai più rimesso piede nell’osteria, tornasse d’un tratto e si divertisse a tormentarla, nulla più la scuoteva.

D’altronde, dopo aver con frasi vaghe ricordato gli anni in cui da piccolo nobile spiantato frequentava l’osteria con gli amici perchè non sapeva dove andare, egli tacque, e solo il lieve rumore del vino versato dall’alto della bottiglia nel bicchiere, ruppe di tratto in tratto il silenzio. E il silenzio era tale che si sentiva un bambino fischiare in lontananza, dietro il ciglione, e pareva che il mondo finisse lì, nella linea dei cespugli di ruta grigia confusi con le chiare nubi di marzo.

Ilaria aveva quasi paura a voltarsi. Aveva di nuovo l’impressione d’un sogno. Leggeva ma capiva meno che mai le parole del libro. Finalmente qualcuno arrivò: era un pastore, un ubbriacone impenitente, che s’era comunicato poche ore prima, ma non riusciva a ripartirsene senza aver visitato Ilaria.

Anche lui parve spaventarsi alla vista di don Mattia: entrò in punta di piedi e si piegò sui calcagni davanti al fuoco, volgendo il viso a Ilaria e ammiccando.