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168 | la croce d’oro |
gliere? Non ero ricco e non pensavo neppure di diventarlo; mi bastava che la moglie fosse anche lei onesta e timorata di Dio. E pensa e pensa: chi sarà?
C’era una famiglia molto per bene, composta di padre, di madre e di sette figli tutti abili al lavoro e che andavano tutti a messa e a confessarsi come Dio comanda. Di questi sette figli tre erano femmine, belle, alte, sottili, con la cintura come un anello, e andavano sempre ad occhi bassi, col corsetto allacciato e le mani sotto il grembiale, non come andate adesso voi, le ragazze d’oggi, con gli occhi che pare si mangino la gente. Mia madre domandò per me la più giovane, e fui bene accolto e a Natale dovevo farle il dono col quale, come si usa, io m’impegnavo fermamente a sposarla e lei accettandolo a sposarmi. E di nuovo pensa, pensa con mia madre, a questo dono: seduti uno di fronte all’altra davanti al focolare io e lei discutevamo sempre se doveva essere una moneta d’oro, questo dono, o un fazzoletto ricamato, o un anello. Finalmente mia madre mi disse:
— Senti, figlio, tanto i miei giorni son